Giovani rocker crescono e vendono un sacco di cd

di Guido Mariani

«Non siamo un’etichetta discografica, siamo un collettivo di artisti». Alla Tempesta Records hanno le idee chiare e il loro biglietto da visita sa di scelta di campo. Il mondo delle edizioni musicali, ormai è profondamente cambiato e per stare al passo con i tempi bisogna affrontare una rivoluzione nei metodi e nei contenuti. La Tempesta nasce nel 2000 per iniziativa del gruppo musicale dei Tre Allegri Ragazzi Morti, trio rock di culto che scelse (assai prima dei rinomati Gorillaz) di presentarsi al pubblico come band-fumetto celando l’identità dei propri membri. Sotto le maschere però un nome e un volto c’è: Enrico Molteni non è solo il bassista della formazione, ma è il responsabile di un marchio che negli ultimi anni è emerso come sigillo di qualità per la musica indipendente italiana. «La Tempesta nacque per curare le nostre produzioni – spiega Molteni – fu Giorgio Canali (ex membro dei CCCP e CSI) il primo artista che chiese di produrre un disco con noi».
L’idea vincente è proprio quella del collettivo. «Non funzioniamo come un’etichetta tradizionale, major o indie che sia. Gli artisti mantengono la proprietà della loro musica, non vengono stipulati contratti, ma solo accordi verbali. Noi offriamo la promozione, il booking, l’ufficio stampa ed essendo musicisti sappiamo cosa gli artisti vogliono. La nostra struttura è leggerissima, ci serviamo di servizi esterni, creando una rete di contatti e di professionalità conformata alle esigenze e alle richieste di ogni singolo artista». Oggi la Tempesta ha compiuto dieci anni di vita ed è la casa dei nomi più interessanti della musica indie italiana: Zen Circus, Luci della Centrale Elettrica e Teatro degli Orrori. Ma, in un’epoca in cui dischi non si vendono più, che cos’è il successo musicale? «Il disco delle Luci della Centrale Elettrica ha venduto più di 10mila copie – conclude Molteni – più di quanto vendano alcune produzioni costosissime. Io penso che i nostri artisti non facciano musica leggera, ma vogliano avere un impatto sulle persone. Nella musica tu puoi vendere molto o poco, ma è l’influenza che hai su chi ti ascolta che fa la differenza. Ho l’ambizione di pensare che i nostri artisti riescano effettivamente a incidere nelle vite di chi li segue e li apprezza».
Gianni Maroccolo è una delle figure più influenti nella storia del rock italiano. Ha militato, come bassista, nei Litfiba negli anni ’80, è stato poi a fianco di Giovanni Lindo Ferretti nei CCCP, nei CSI e nei Per Grazia Ricevuta, fino a militare nei Marlene Kuntz dal 2004, band che, come produttore, aveva lanciato anni prima. Oggi è alle prese con la sua ultima sfida ed è tra i fondatori della Al-kemi. Un’altra realtà che vuole produrre musica e arte in modo innovativo. Spiega Maroccolo: «Non siamo in un periodo di crisi, siamo alla fine di un ciclo. E si sta affrontando questo periodo con troppa paura. Non si investe più sui giovani, non si fa più ricerca. Io con trent’anni di musica alle spalle come musicista ormai non ho più molto da chiedere. A questo punto potevo scegliere o di andare all’estero o di creare qualcosa di nuovo. Ho deciso di mettere a disposizione la mia esperienza, la mia credibilità, al servizio di questo progetto».

Un’associazione culturale, una «factory», un cenacolo aperto in cui artisti emergenti, non solo musicali, abbiano spazio per proporre i loro lavori. «È essenziale che ci sia talento – prosegue – ma anche affinità con gli artisti. Cerchiamo persone che abbiano intelligenza, credano in quello che fanno e abbiano anche capacità di autogestirsi. Perché l’epoca in cui l’artista scriveva una canzone e a tutto il resto pensava la casa discografica è ormai finita. Noi mettiamo a disposizione sale di registrazione, ufficio stampa, grafici, una comunità che abbiamo costruito nel corso degli anni. Ma ci deve essere un’unione di forze». Tra gli artisti che la «factory» lancerà nomi di esordienti o quasi: Denise, Diverba, Bastian Contrario. Tra i progetti anche la nascita di una televisione digitale e collaborazioni in tutti i settori artistici. Ma il lavoro più atteso (uscirà il 7 settembre) è il disco a nome Beautiful, un inedito sodalizio tra lo stesso Maroccolo, il produttore scozzese Howie B e i Marlene Kuntz. «Un album registrato come si faceva negli anni ’70, in due settimane, senza nessun fine specifico se non la voglia di sperimentare, dando solo spazio alla voglia di creare». Il disco è morto, le major sono morte, ma forse la musica non è mai stata così bene.


fonte: ilgiornale.it

Battiato e PGR,un album che graffia

“I nostri brani disidratati da Franco”

Nove dei brani più famosi dei PGR scarnificati da Franco Battiato. Ecco il progetto “unico e non ripetibile” dal titolo “ConFusione – 9 canzoni disidratate da Franco Battiato”, che esce il 1 giugno. Conclusa l’esperienza coi PGR, squilla il telefono del vocalist, nonché deus ex machina del gruppo, Giovanni Lindo Ferretti: “Battiato mi ha detto ‘mandami i tuoi pezzi è un peccato non risentirvi più’. Così li ha remixati. E’ stato un onore”.

E in effetti Battiato ha preso a cuore il destino dei PGR: “Quando ho saputo che si erano sciolti ho pensato ‘Cavolo che peccato! Li devo subito chiamare’. Così ho rintracciato il numero di telefono di casa della madre di Giovanni, lui ormai vive lì, e gli ho detto ‘dai mandami qualche canzone vostra’. Così me ne sono arrivate una quarantina da cui ho scelto i nove che si sarebbero potuto prestare al mio intervento. Mi sono totalmente immerso nel loro mondo e devo dire che la bellezza dei testi di Giovanni è impressionante. Mi ha sempre colpito del gruppo, l’autonomia dal successo”.

Dal canto suo Lindo Ferretti è rimasto stupito dall’interessamento del cantautore siciliano, suo vecchio amico: “E’ stata una bella sorpresa. Quando ho chiuso il progetto dei PGR, ero già immerso nella mia vita e concentrato solo sulla mia grande passione per i cavalli e su mia madre. Poi ho saputo che Battiato voleva remixare le nostre canzoni ed è stato un onore e anche in parte imbarazzante per me. Così ho voluto che si sentisse molto libero di far quello che voleva. Ormai non ascolto più musica, dopo 25 anni di onorata carriera, non ce la faccio. Prima pensavo che le note non dovessero mai mancare nella mia vita e mi addormentavo pure, mentre le ascoltavo. Oggi le cose sono cambiate. Sono tornato per questo album ma solo perché c’è Franco e mia mamma si è raccomandata che fossi presente per non mancare di rispetto al mio amico (ride, ndr)”.

La copertina dell’album ritrae una tigre dipinta appositamente da Battiato: “E’ uno dei mie quadri anche se ne avevo proposto un altro. Un bel cavallo, timido e piccolo, anche per far piacere a Giovanni. Ma la casa discografica me l’ha bocciata. In realtà il quadro del cavallo non ce l’ho più e mi è rimasta una foto. Penso di averlo regalato a qualcuno, faccio così quando mi fa schifo una mia opera. Poteva anche essere una bella occasione perché la persona cui l’ho donata mi richiamasse dicendo ‘E’ mio quel cavallo è mio’ (ride, ndr)”. Insomma “Un chi l’ha visto in versione artistica”, conclude tra le risate Lindo Ferretti.

Tracklist:
Cronaca Montana (da “Ultime notizie di Cronaca” – 2009); Cavalli e Cavalle (da “D’anime e d’animali” – 2004); AH! Le Monde (da “Per grazie ricevuta” – 2002); Montesole (da “Per grazie ricevuta” – 2002); Cronaca del 2009 (5769) (da “Ultime notizie di cronaca” – 2009); I Miei Nonni (da “D’anime e d’animali” – 2004); Come bambino (da “Per grazie ricevuta” – 2002); Cronaca di Guerra II (da “Ultime notizie di Cronaca” – 2009); Orfani e Vedove (da “D’anime e d’animali” – 2004).

fonte: tgcom

PRIMO MAGGIO 2010

Tris di donne al Primo Maggio. Sabrina Impacciatore è la prima di loro a essere lasciata sola al comando della maratona in piazza San Giovanni («Non lo so ancora cosa farò. Navigo a vista sperando di non deragliare»); il piglio «elettrico» di Carmen Consoli; Irene Grandi ex-ragazzaccia rock che ha saputo trasformarsi in raffinata interprete e ha riscosso un grande successo con la partecipazione all’ultimo Festival di Sanremo.

«È una scommessa formidabile — ha commentato l’organizzatore Marco Godano, riferendosi a Sabrina —. Ci hanno fatto tanti complimenti per averla scelta e, comunque, garantisce una valenza femminile di cui in passato qualcuno ha lamentato la mancanza». Ma nel cast del tradizionale concertone organizzato dai sindacati confederali compaiono anche il cantautore italo-scozzese Paolo Nutini (che lo scorso inverno è arrivato in Italia con un tour «sold out») e Vinicio Capossela, al quale è stato affidato il ruolo di protagonista dell’intera giornata con un set lungo quaranta minuti. Come era successo lo scorso anno con Vasco Rossi che fece il pieno di popolarità e ascolti. Ha spiegato Godano, particolarmente attento alla musica italiana e poco incline all’esterofilia: «Decidere di dare a Capossela lo stesso spazio riservato nell’ultima edizione a Vasco Rossi è una scelta coraggiosa e rientra in una sfida artistica che è tra le più importanti degli ultimi anni». E Sabrina Impacciatore ha aggiunto: «Sono stata a quasi tutti i concerti di Capossela. È un incendiario. Sarà come portare Dioniso, ma pieno di contenuti, in piazza».

Dalle prime ore del pomeriggio fino a mezzanotte (la diretta su RaiTre è prevista dalle ore 16) saliranno sul palco più di venti artisti e gli organizzatori lavorano anche per portare un’orchestra sinfonica di settanta elementi che potrebbe accompagnare un pianista con un grande appeal nei confronti dei giovani. E si fanno i nomi di Ludovico Einaudi, Stefano Bollani o Giovanni Allevi. Nel cast, ancora da definire, sono stati confermati Roy Paci & Aretuska, Simone Cristicchi, Nina Zilli e i Beautiful, formati da Gianni Maroccolo, Cristiano Godano dei Marlene Kuntz e dal produttore scozzese Howie B. Agli emergenti è dedicato l’inizio del pomeriggio. Infatti, ad aprire la lunga festa musicale saranno i vincitori del concorso «Primo Maggio Tutto l’Anno» che si esibiranno a partire dalle 14.50, dando il via all’anteprima del concerto, guidata da Paolo Belli. «Il colore delle parole», ispirato a una poesia di Eduardo De Filippo («’E pparole», scritta nel 1971), è il tema artistico scelto per questa ventunesima edizione. «Partiamo dai testi — ha detto Godano — per arrivare alla musica e alla poesia». Nonostante sia (quasi) tutto pronto, Godano ha sottolineato i continui problemi finanziari che lo scorso anno misero seriamente in pericolo la maratona rock. «Il budget di fatto non c’è. Facciamo finta che sia tutto a posto e andiamo avanti. Abbiamo una serie di incognite e buchi. Ma possiamo dire che il concertone si farà ancora».

Rumoristi d’Oltralpe: arriva il post-rock

francesi Ulan Bator testano dal vivo le canzoni del nuovo album in un lungo tour che parte da Milano

Vengono dalla Francia, prendono il nome dalla capitale della Mongolia e sono di casa in Italia. Gli Ulan Bator tornano nel nostro Paese per un lungo tour che partirà dalla Casa 139 venerdì 2. Una serie di date per testare dal vivo le canzoni del nuovo album di prossima uscita. Si chiamerà «Tohu-Bohu», un’espressione francese che vuol dire «confusione». E per chi non è abituato al genere il titolo può sembrare una sintesi spietata della musica del gruppo. In realtà gli Ulan Bator sono una delle realtà più interessanti emerse dal panorama rock alternativo d’Oltralpe. Noise in stile Sonic Youth corretto con un po’ di Krautrock. Lunghi tappeti sonori pronti a perdersi in suggestioni oniriche.

In sintesi: post-rock. Un genere non di facile ascolto, certo. Ma nell’Ep uscito un anno fa, «SOLeils», si intravede un timido tentativo di aprirsi a un pubblico più ampio abbandonando la radicalità degli esordi. Un tentativo che alimenta le attese per il nuovo disco. Anche perché arriva a cinque anni di distanza da «Rodeo Massacre», considerato il capolavoro della band. L’album conteneva anche un duetto con Emidio Clementi, voce dei Massimo Volume. Per il nuovo lavoro in studio e per il tour gli Ulan Bator si presenteranno in formazione allargata. Amaury Cambuzat, leader della band, ha arruolato James Johnston (Nick Cave), Rosie Westbrook (Mick Harvey) e Alessio Gioffredi. Ancora fuori dai ranghi Oliver Manchion che nel 1993 è stato uno dei due fondatori del gruppo. È dal 1998 che i rapporti tra la band parigina e l’Italia iniziano a intensificarsi. Merito di Giovanni Lindo Ferretti e Gianni Maroccolo che con gli allora Csi li portano con sé in tour e producono una raccolta dei primi due album, intitolata «Polaire».

Cortoons: torna il Festival internazionale dei Cortometraggi di Animazione a Roma

Cortoons raggiunge quota sette: tante sono infatti le edizioni del festival internazionale del cinema d’animazione di Roma, che si terrà anche quest’anno nella sede del teatro Palladium (Università Roma Tre) dal 24 al 28 marzo. Novità assoluta per il 2010, una categoria in più in concorso: quella dei lungometraggi d’animazione.

I lungometraggi proposti sono lo svedese “Metropia”, l’argentino “Boogie el aceitoso” e il francese “Panique au Village”, un film in stop-motion che sarà prossimamente nelle sale. Durante la rassegna potremo ammirare anche il corto vincitore dell’Oscar 2010: lo strepitoso “Logorama” di François Alaux che sarà in concorso tra quelli candidati al premio di Cortoons.

E ancora: un focus sull’animazione tunisina, una retrospettiva sull’animazione spagnola, seminari e anticipazioni. Tra gli eventi speciali è previsto il live di Gianni Maroccolo, bassista storico dei Litfiba e Marlene Kuntz, che sonorizzerà alcuni corti e la performance di doppiaggio live di Lillo e Greg sui classici dell’animazione.

Cortoons sosterrà Amref presentando la mostra “Schizzi d’acqua” e in questa edizione collaborerà con lo Ied, Istituto europeo del design, che sarà la sede di altre proiezioni dedicate al 3D. L’intera manifestazione è a ingresso gratuito

Esce il cd-compilation T-Rumors

100 band in gara, 2 mesi di selezioni, 5 vincitori,

Licenziata dall’etichetta Materiali Sonori, è disponibile da oggi la compilation discografica T-Rumors, contenente 10 brani dei gruppi toscani Actias Luna, Ance, Pippo & i suoi Pinguini Polari, Praticabili, Steve Sperguenzie & the Incredible Lysergic Ants: si tratta dei cinque vincitori, a pari merito, della selezione per band e musicisti toscani T-Rumors.

La classifica è stata stilata, sulla base del materiale audio inviato alla selezione, da una giuria composta discografici, produttori, musicisti e direttori artistici del festival toscani:Bruno Casini, Giampiero Bigazzi, Franco Caroni, Gianni Pini, Giordano Sangiorgi, Enrico Fink e Alessandro Finaz. Ogni giurato ha espresso autonomamente le proprie preferenze.

L’iniziativa, organizzata dall’associazione Toscana Musiche – da anni riunisce i principali festival di rock, pop e jazz – con il contributo di Regione Toscana, si è articolata per tutto il 2009 attraverso un bando pubblico a cui hanno partecipato oltre cento formazioni. E poi, un premio speciale offerto dal portale intoscana al gruppo più cliccato, una serata live dedicata ai 5 vincitori (lo scorso giugno al Parco di Villa Solaria di Sesto Fiorentino, con ospite Riccardo Tesi), una serie di concerti nell’ambito di importanti festival estivi e lunghe session per la registrazione del cd.

Le cinque formazioni sono state seguite in studio da altrettanti, autorevolissimi, tutors: Gianni Maroccolo ha lavorato a fianco della rock band Steve Sperguenzie & the Incredible Lysergic Ants, Arlo Bigazzi ha seguito il cantautore Ance, Francesco Magnelli ha prodotto i brani di Pippo & i suoi Pinguini Polari, Riccardo Tesi ha modellato il sound degli Actias Luna, mentre Stefano “Cocco” Cantini si è confrontato con i Praticabili.

Il risultato è sorprendente. La freschezza, le idee e l’audacia di cinque formazioni “di base”, filtrate attraverso l’esperienza e la professionalità di cinque big del rock, del jazz, del pop e della world-music. Insomma, non la “solita” compilation, e neanche il “solito” concorso: in un panorama musicale in continua evoluzione, T-Rumors rappresenta la perfetta istantanea della scena toscana di questi anni. Una scena quanto mai vitale, dove si intrecciano storie e produzioni di formazioni emergenti, artisti solitari e gruppi “di confine”, abituati cioè a confrontarsi con altri linguaggi, primo tra tutti quello teatrale.

DRAFT

Il Salone del Podestà dello stesso palazzo è la sede scelta giovedì 28 da Draft. Performing videoart & music, l’evento di sonorizzazione live del collettivo Beautiful (Marlene Kuntz – Cristiano Godano, Luca Bergia, Riccardo Tesio, Gianni Maroccolo e Howie B) sul tappeto visivo di Bianco-Valente, Marco Morandi,Masbedo, Diego Zuelli, Saul Saguatti e Giovana Ricotta.

Lo stesso gruppo di ricerca dell’Università è inoltre promotore delle serate di proiezione di Videoart Yearbooknella sala verde del Palazzo dei Congressi.

DRAFT: PERFORMING VIDEOART AND MUSIC

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Musica e arte, un connubio complesso e un discorso che parte da lontano. Indagarne le possibili implicazioni con la cultura contemporanea è l’obiettivo del progetto Draft, che il 28 gennaio 2009 porterà in scena, nella suggestiva cornice cinquecentesca del Salone del Podestà, presso Palazzo Re Enzo di Bologna, un evento di sonorizzazione-improvvisazione musicale dal vivo di video d’ arte.
Il progetto vanta partner importanti come l’Università degli Studi e l’Accademia di Belle Arti di Bologna, Unibocultura, al-kemi lab, MAMbo, Museo d’Arte Moderna di Bologna e Artefiera.

Ma come nasce Draft? Se n’è parlato lo scorso 17 dicembre presso la sala conferenze del MAMbo durante un incontro che ha visto riuniti importanti nomi del panorama accademico, è il caso di Silvia Grandi, curatrice dell’evento e docente di Fenomenologia dell’arte contemporanea presso l’Università di Bologna, Alessandra Borgogelli, storica dell’arte e docente di Avanguardie storiche e Neoavanguardie presso lo stesso Ateneo, e Fabiola Naldi, curatrice dell’Area Video del MAMbo, titolare del corso “Problemi espressivi del contemporaneo”presso l’Accademia di Belle Arti di Bologna. Accanto a loro rappresentanti del mondo della musica come Howie B, musicista e produttore, Cristiano Godano, musicista, scrittore e cantante dei Marlene Kuntz, affiancati da Andrea Martignoni, sound designer, e dal giornalista Pierfrancesco Pacoda.

Un’esperienza multidimensionale. È forse questa l’espressione più adatta a definire un evento come Draft, che coniuga performance live, opere d’arte ed esperienza fruitiva in una vera e propria opera aperta. In quest’ottica lo spazio fisico può essere stimolato in tutti in modi possibili. Oltre il suono, oltre l’immagine, dunque, Draft approda a una dimensione assolutamente totalizzante, dove il “testo artistico” diventa sincretico e suggerisce una fruizione di tipo sinestetico.
Su questo, in particolare, l’apparato teorico alla base del progetto offre una interessante lettura dell’approccio avanguardista al rapporto tra musica e immagini, interrogandosi sulla natura della sonorità, che i Futuristi ritenevano essere strettamente legata alla tecnologia contemporanea. In questo senso la piena coscienza della nuova dimensione aveva permesso loro di cogliere un mutamento di sensibilità insito nell’esperienza fruitiva, sempre più influenzata da un processo di smaterializzazione dell’arte. Lo stesso Marinetti auspicava per il Soggetto contemporaneo una nuova apertura rispetto alla microemotività, oltre a teorizzare l’esigenza, per l’individuo, di una personalità multipla, perfettamente in linea, dunque, con l’idea di coniugare musica, immagine e video. La sonorità diventa, così, fattore unificante collettivo, in grado di far “tintinnare” l’Io contemporaneo.
Suono e immagine, da sempre un binomio consolidato, dunque. A connotarlo è un tipo di “sentire” collettivo, una sorta di esperienza comunitaria, e lo si comprende anche alla luce di altre importanti pagine di arte contemporanea, dalla Factory di Andy Warhol, al disco-manifesto del Free Jazz di Ornette Coleman (che reca in copertina un’action painting di Jackson Pollock), per giungere all’esperienza bolognese che, nel 1977, ha suggellato la collaborazione tra gli Skiantos, Andrea Pazienza e Renato De Maria.

Il progetto Draft porta in Italia una pratica già consolidata negli Stati Uniti, a Berlino e a Londra, e che fa capo a un tipo di performance live giocata sul sincretismo tra video e traccia sonora. Ne è un esempio il lavoro sinergico di Howie B e Miltos Manetas. Nel corso di una collaborazione di tre anni i due artisti hanno portato avanti un progetto volto a fondere nella stessa performance la creazione di una pagina web e il missaggio di musica dal vivo.
Sulla scia di questa forma di ricerca estetica la video arte di Masbedo, Bianco Valente, Diego Zuelli, Saul Saguatti, Marco Morandi e Giovanna Ricotta incontrerà il sound di Howie B, dei Marlene Kuntz e di Gianni Maroccolo in una performance live unica, irripetibile e in grado di innescare un processo di significazione potenzialmente infinito.

CERCAVAMO IL SILENZIO…

Affondo le mani in un chiarore ossessivo da mattino appena nato, lo sguardo perso tra l’arancio e il blu che piano diventano rosa e aria, rosa pallido che nuota nell’aria freschissima, rosa accecante che si posa tra nuvole gentili. Ed eccolo, “magnifico e lucente, il sole”. Sto ascoltando “Here comes the sun” nella morbida versione dei Marlene Kuntz, e penso: siamo cresciuti, tutti. E la crescita è, spesso, cambiamento. Cambiamento al margine o sottile distorsione, oppure un taglio netto, un fulmine nervoso o ancora il lento scorrere degli anni che ci accarezza coi suoi ritocchi impercettibili creando nuove forme dentro e fuori. Siamo cresciuti tutti, raccogliendo con cura ricordi e fotogrammi, anche dei Marlene. Inutile soffermarsi sull’esplosione noise di “Catartica” o la brama violenta de “Il vile”, sono nel panorama, ben visibili e incastonati in quegli anni novanta di fermento musicale non indifferente. Almeno, non per me.

Inutile sottolineare poi l’evoluzione intimista, l’avvicinarsi sempre più alle sonorità dei C.S.I., che subito li amarono rubando “Lieve”, la collaborazione intensa con Gianni Maroccolo (presente anche in questo nuovo lavoro come produttore artistico), l’intelletto e la letteratura senza grossi rumori di fondo, la consapevolezza di sé e la profondità mai sondata dell’animo umano che si abbracciano a occhi chiusi, in una continua riflessione, in una ricerca inesauribile di spessore e succo, del nocciolo, della particella più piccola di cui tutto si compone. Conta piuttosto chiedersi quale sarà il prossimo passo, quali sfumature avrà la loro strada oggi, e oggi, ora, a vent’anni dall’esordio sulle scene, nasce “Cercavamo il silenzio…”, un regalo, una promessa, un sottofondo di sensazioni nuove, un cd dal vivo (ma ancora di più un dvd) che offre spunti leggeri di amore e di luce, luci blu e rosse e bianche che incorniciano musicisti valenti, comunicatori attenti, artisti.

Godano spiega così la scelta di suonare in teatro: “Tanto è lecita la distrazione secondo il rituale rock quanto è lecito il desiderio di suonare in un luogo che ne sia privo”, cercare il silenzio per riempirlo di materia, per dargli peso e renderlo inebriante e sostenuto, per immergersi in un ambiente che dal buio produce caleidoscopi da brivido. L’interpretazione di ogni brano è canto, recita, introspezione e intersezione, lo splendore delle parole risuona intenso, sopra un tappeto di orchestra soffiata nel vetro, in un crescendo corale tra il sussurro spezzato di “Danza” e la gioiosa vita in blu di “Canzone sensuale”, fino al boato esistenziale di “Sonica”, il pugno, la scossa, la commozione che si sciolgono in quindici minuti di parata psichedelica che conduce a “Il vortice”, dove l’intensità consuma, e l’intenzione attraversa il mezzo.

Registrato al Teatro Sannazzaro di Napoli il 3 febbraio 2009 durante il tour “Uno: live in love”, “Cercavamo il silenzio…” è un gioiello, una prova, riuscitissima, di confrontarsi col silenzio per colorare l’assenza e appropriarsi completamente di uno spazio, e in quello spazio, del tempo. I Marlene Kuntz sono, oggi più che mai, vivi.

fonte: rockit

Reunion Litfiba?

Proposta Marok per festeggiare il trentennale della band: portare in scena “17Re”, con un super gruppo ad hoc

“Ho un’ idea malsana che mi picchia in testa da tempo”. Inizia così il post che Gianni Maroccolo ha inserito sul proprio account Facebook, durante una delle sue lunghe notti insonni (è noto che l’ex bassista Litfiba predilige scrivere, comporre e registrare dopo il calar del sole).
“In pochi possono immaginare quante decine di migliaia di lettere/mail riceva sui Litfiba 80/90 –spiega Marok – una valanga di commenti, di complimenti, da far venire davvero la pelle d’oca. Spesso mi chiedono di reunion impossibili, di tornare tutti insieme, ma questo, ormai è appurato, non accadrà. Per me il disco più bello dei Litfiba anni 80 rimane 17RE. Un album che sento particolarmente, che ho fortemente voluto, a cui sono affezionatissimo. Negli anni passati ho provato un paio di volte a proporre ai miei ex compagni di viaggio di ritrovarci e di risuonare quel disco dal vivo ancora una volta. Di dedicarlo a noi, a tutti coloro che hanno amato quei Litfiba, alla memoria di Ringo. Purtroppo non siamo mai riusciti a metterci d’accordo anzi, a dire il vero, spesso ogni tentativo moriva sul nascere. E’ la vita … Lo so bene… ognuno ormai ha la sua, ognuno ha fatto scelte diverse, ognuno di noi è cambiato, è altrove. Però, a breve sono 30 anni… e non serve attendere oltre nella speranza che qualcosa possa cambiare. So bene che non sarà la stessa cosa… Ma ho un’idea malsana che mi picchia … E’ lì… Un pò come Carlo il Tarlo… Va e viene… Portare comunque in scena 17RE !!!! Festeggiare come posso e con chi lo vorrà, 30 anni di una bellissima storia, e di un disco (per me) meraviglioso! Penso a qualcosa di simile ad Acau … Ad una band ad hoc (magari con Aiazzi se lo vorrà) e vari musicisti/cantanti/amici/che a suonare, cantare e re-interpretare quelle canzoni. Nessuno scopo mercantile, nessun tentativo di reunion. Solo quel che c’è !!! Che forse basta e avanza, perchè, come cantava Lindo: chi c’è c’è e chi non c’è non c’è ! chi è stato è stato e chi è stato non è ! Insomma penso ad una festa ! Un concerto o due … Immagino un’ installazione video che parlasse della nostra/vostra storia attraverso la proiezione di foto, filmati, locandine, manifesti, memorabilie … e poi, MUSICA! Insomma, per una o due sere ritrovarci tra padri figli nipoti amanti di quel disco e di quel periodo per rivivere serenamente il sogno di allora. Niente di più. Niente di meno. Ma sono pieno di dubbi, di perplessità … Sinceramente, cosa ne pensate?”

Gianni, facci sognare!!!

fonte: intoscana.it


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